videogiochi e cibo

Cibo e videogiochi, due mondi da sempre strettamente legati

Molto probabilmente, la maggior parte delle persone menzionerebbe il proprio comfort food preferito se dovesse dire cosa pensa collegando cibo e videogioco: il legame più ovvio tra i due mondi, per molti, è proprio quello dello spuntino mentre si gioca. Invece i rapporti tra cibo e videogioco sono molto più profondi, molto più risalenti e, soprattutto, molto più tecnologici di quanto non possa apparire a prima vista: non è esagerato parlare di una vera e propria cucina virtuale.

In effetti, il videogioco ha iniziato a rappresentare cibarie di vario tipo fin dai suoi albori: non tanto con valore di gameplay in sé e per sé, quanto piuttosto come perfetta rappresentazione visiva per le possibili meccaniche di cura. Il cibo mantiene in salute, e se nella realtà non si può certamente curare un mal di testa con l’amato piatto di carbonara nel videogioco non ci sono limiti in tal senso: un modo intuitivo per sottolineare le ricariche dei punti salute è quindi sempre stato utilizzare rappresentazioni di cibo. Ecco che, nei più disparati giochi, gli elementi legati alla salute del personaggio assumono le sembianze di cibarie di varia natura: dalle fette di pizza dei vari Ninja Turtles al cinghiale arrosto di Asterix & Obelix, arrivando a esempi recenti come i vari manicaretti presenti in The Witcher 3 o i corposi ricettari di Red Dead Redemption, attraverso i quali preparare piatti in grado di riportare al massimo diverse statistiche del protagonista o della sua cavalcatura.

Seguendo la stessa logica, moltissimi titoli hanno legato vari potenziamenti alla raccolta di cibi di ogni tipo: gli effetti sono legati non alla cura ma a particolari punteggi o power up, sempre affidandosi al valore intuitivo delle raffigurazioni di cibo. Già Pac-Man includeva oggetti come fragole, mele o ciliegie per accrescere il punteggio del giocatore, ma basti pensare a come nei Donkey Kong le scimmie protagoniste, raccogliendo 100 banane, guadagnavano una vita. Il caso di Crash Bandicoot è simile: i livelli percorsi dal protagonista sono disseminati di frutti Wumpa, e 100 di questi fanno guadagnare una vita. Non è sicuramente un caso che, pur non inserendo frutti reali, gli sviluppatori abbiano voluto inventare proprio un frutto del quale dare le sembianze a questi particolari elementi di gameplay.

videogiochi joystick blu

Si possono fare poi esempi di videogiochi che, pur non rappresentando cibi come simboli legati a potenziamenti o cure, ne facciano comunque ampio uso. Vengono subito in mente le slot machine, che anche nella loro moderna veste videoludica sono legate all’utilizzo di simboli necessariamente riconoscibili e iconici: il più delle volte vengono utilizzate caramelle o frutta, simboli con una forte storia perché utilizzati fin dai primi modelli di slot machine. Non sorprende dunque che operatori specializzati come PokerStars Casino, che ne propone un’ampia scelta, offrano diverse alternative di slot legate proprio al mondo del food, tra dolcetti e frutti vari: è facile pensare a titoli come Sugar Rush, Sweet Bonanza e Fruit Shop, tra i tanti esempi che si possono fare.

Altro filone è poi quello dei titoli che centrano l’intero gameplay intorno ad aspetti legati al cibo e alla cucina. Si tratta spesso di casual game, distribuiti su smartphone o direttamente come browser game: ottimi esempi vengono da Candy Crush Saga, puzzle game basato su combinazioni di tre o più simboli di dolcetti uguali, o Fruit Ninja, centrato sul dover tagliare in volo diversi tipi di frutta. Ma non solo: non sono rari i casi di videogiochi che integrano cibo e cucina sotto aspetti gestionali o simulativi. Basti pensare a Overcooked o Cooking Simulator, che mettono il giocatore a controllare uno o più chef in maniera cartoonesca l’una, più improntata al realismo l’altro.

L’ultimo aspetto, più una curiosità, è legato alla diffusione di particolari libri: si sono moltiplicati sugli scaffali, infatti, gli esempi di ricettari che propongono ricette ispirate a serie tv, film o fumetti. Tra questi, ovviamente spiccano i ricettari dedicati ai videogiochi, che elencano ricette ispirate a diversi titoli: tra i vari esempi, ricette ispirate a Pokémon, Fallout, Monster Hunter e persino God of War, con diverse ricette nordiche in riferimento alla mitologia norrena che fa da sfondo agli ultimi capitoli della storica serie.

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