Ebbene si, l’ho fatto! Nonostante il momento di crisi economica che attanaglia anche le mie tasche ma desiderosa di staccare la spina e passare qualche giorno al mare, l’ho fatto: ho comprato insieme a Jessica un biglietto aereo Egyptair e prenotato il Falcon Hills Hotel con formula B&B (dopo consultazione del solito tripadvisor), destinazione Mar Rosso, dal 7 al 13 aprile 2013.
Chi mi conosce lo sa che sono una viaggiatrice piu’ in stile “backpacker” che “ombrellino sul cocktail” nel resort al mare e pensavo di avere in comune con Sharm El Sheikh solo la Esse come iniziale del nome.
Ho provato a cercare un volo con scalo lungo al Cairo per una fuga verso Giza, per fare la conoscenza di Piramidi e Sfinge ma senza successo. Mi sono quindi dovuta arrendere, quella doveva essere una vacanza relax di solo mare di tipo “valtur”… ecco, magari spendendo meno.
Giunti a Sharm, si viene colti immediatamente da una sensazione di finzione.
Enormi resort si susseguono lungo la strada che dall’aeroporto abbiamo percorso verso la nostra struttura ricettiva, senza uno stile architettonico omogeneo, una citta’ (anche se non ci e’ sembrato neanche che lo fosse) fatta solo di hotel, ristoranti e negozi per turisti, di autenticamente egiziano c’e’ davvero poco, forse solo il deserto che s’intravede verso l’interno e il mare, trasparente e pieno di vita che attira i turisti di tutto il mondo.
Sin dalla prima sera ci siamo lasciate andare alla scoperta della vita notturna di Naama Bay, centro della movida di Sharm. Come succede in tutti i posti arabeggianti, passeggiando siamo state “assalite” dai gestori dei ristoranti e dai ragazzi che lavorano nei mille negozi di souvenir che affollano Naama Bay che cercavano di farci entrare nei loro esercizi commerciali a comprare qualsiasi cosa utilizzando pretesti di ogni genere. Talvolta questi escamotage risultavano anche originali: “Da dove venite? Ahh Italia…Scusate, una domanda: perche’ in questo periodo vengono meno italiani a Sharm?” e ingenuamente ci e’ sembrato un modo ospitale ed interessante di far conoscenza e conversazione ma dopo poco abbiamo capito perfettamente dove volevano arrivare. E’ stato quasi impossibile allungare lo sguardo verso gli articoli esposti poiche’ questo veniva interpretato come interesse all’acquisto, e nel giro di un attimo eccoli che arrivavano insistenti a richiamare la nostra attenzione!
Sono cominciati i nostri giorni al mare. Sharm non ha grandi spiagge sabbiose ma spazi creati appositamente con sabbia grossolana, completamente attrezzati di lettini, ombrelloni con servizio bar, ristorante, centri diving e massaggi. Ogni spiaggia ha una passerella che permette l’accesso diretto al mare, stupendamente blu, proprio sulla meravigliosa barriera corallina che praticamente si trova a non piu’ di una decina di metri dalla costa. Non riesco a trovare aggettivi che ne descrivano pienamente il fascino.
Con “pinne, fucile ed occhiali” (ovviamente senza i fucili 😉 ) ci siamo tuffate in acqua e la barriera ci ha accolto li’, vivace e ricca di coralli e tantissimi pesci colorati dalle forme bizzarre che talvolta sembravano venirci incontro. Come bambine davanti ad un dolce prelibato, abbiamo provato a toccarli senza riuscirci mentre, quasi prendendosi gioco di noi, altri nuotavano zigzagando tra le nostre gambe…davvero un acquario! Girando poi la testa dall’altro lato ci siamo “perse” nell’abisso, un mare blu profondissimo e senza fondo, stupendo, coinvolgente e adrenalinico. Questa cosa mi sconvolge ogni volta, mi sconvolge come dall’esterno non si abbia la percezione della profondita’ del mare che invece ti meraviglia e ti emoziona non appena metti la testa sott’acqua!
Dopo aver sperimentato “La Terrazzina”, una spiaggia convenzionata con l’hotel, assolutamente deludente poiche’ ricavata in un’insenatura che rende quel tratto di mare quasi uno stangno, privo di barriera corallina, finalmente eccoci sulle reef piu’ belle di Sharm El Sheikh: Sharks Bay, Reef Beach e la splendida Fanara Beach.
Abbiamo dedicato un giorno intero allo snorkeling nel parco naturale di Ras Mohammed con un’escursione in barca organizzata dal diving centre del nostro hotel. Sabbah e Zico, i nostri tour guides, ci hanno fatto scoprire 3 distinti tratti della barriera corallina di questa Riserva. Con immersioni di circa 45 minuti ognuna abbiamo nuotato tra pesci e coralli sempre con la stessa meraviglia, ci sarebbe venuto da sorridere, da richiamarci reciprocamente l’attenzione sui pesci che ci sembravano strani, ci sarebbe venuto persino da parlare proprio a loro, a quei pesci che ci venivano incontro, con la vocina scema che in genere usiamo coi neonati ma il boccaglio ce lo impediva e forse…meglio cosi’! Ci siamo godute tutto in religioso silenzio tra un colpo di pinna e l’altro quasi come fossimo pesci anche noi.
La formula del Bed & Breakfast ci ha permesso non solo di fare il pieno di energie al mattino mangiando le tante varieta’ di cornetti, torte, pancakes e ogni tipo di “salato” da colazione internazionale, ma anche di sperimentare per cena la cucina egiziana fuori dall’hotel, a Naama Bay e soprattutto alla vecchia Sharm che pur essendo un centro pieno di negozi turistici, conserva qualcosa dell’atmosfera piu’ semplice e affascinante dell’Egitto quotidiano. In particolare ci sentiamo di consigliare, concordando con le indicazioni dei tanti forum letti prima di partire, il Masrien dove poter assaggiare tantissime specialita’ della vera cucina egiziana spendendo davvero pochissimo, come gli spettacolari Sambousek, una sorta di ravioli fritti farciti di carne o di formaggio filante, oltre che al classico e gustosissimo kebab.
Grazie alla conoscenza e al contatto quotidiano con tutti coloro che lavorano nel Falcon Hills e degli egiziani che abbiamo incontrato, ci siamo rese conto della gentilezza e dell’elevato senso di ospitalita’ che caratterizza profondamente questo popolo. Si capisce immediatamente che non si tratta di comune cordialita’ verso i turisti, ma un modo di essere e questo ci e’ piaciuto, ci ha spinto a tirare fuori il meglio di noi ed i sorrisi piu’ spontanei. Ci siamo subito spinte in allegre conversazioni in inglese (anche se a volte stentato) che ci hanno avvicinato e ci hanno aiutato a capire vicendevolmente qualcosa di piu’ di cio’ che ci rende culturalmente e personalmente diversi e cio’ che invece ci accomuna e possiamo condividere.
Parlando con queste persone ci siamo rese conto che Sharm e’ per loro non solo la sicurezza del lavoro ma anche una sorta di “fuga interna” dalla rigidita’ della loro cultura in un posto che, per via del forte turismo internazionale permette loro uno stile di vita piu’ aperto e autodecisionista.
Una vacanza a Sharm El Sheikh e’ relax, mare bello, tanto sole ma, sotto una realta’ alterata dal turismo di massa, puo’ essere anche un primo ed interessante contatto con l’Egitto che speriamo un giorno di approfondire, magari rimettendo lo zaino in spalla e infilandoci dentro tanto entusiasmo e una smisurata voglia di conoscere.
Per Blogandthecity:
Sonia Terella
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