Ero già pronta a scrivere uno dei miei post-it sulla palestra, ma poi, al bar mi sono imbattuta nella seguente conversazione:
“ Cioe’ capisci mi ha fatto un cuore <3!!!”
“ Vabbe’, che c’entra pure io te li faccio sempre i cuori <3…”
“ Tu stai sottovalutando il fatto che a farmi un cuore <3 è stato LUI, ma sai che vuol dire quando un uomo ti fa un cuore <3?”…
“No aspetta, non te ne andare, ti offro un altro caffè!!!”…
E’ quello che ho pensato mentre le due amiche uscivano dal bar lasciandomi con una domanda esistenzialista alle 8.00 del mattino , stile Marzullo, senza risposta.
E non era una conversazione tra quindicenni con la borsa di Hello Kitty, di quelle che vedono cuori ovunque, no, c’avranno avuto poco più di trent’anni e l’atteggiamento vissuto di quelle che “eeeh signora mia!”.
Il mio barista, che ha il fiuto de “L’ispettore Derrick” e l’intuizione femminile de “La signora in giallo”, col dono della sintesi che hanno le fiction quando ti raccontano “…nelle puntate precedenti” , davanti alle tazzine vuote ancora calde e sporche di rossetto delle due, usate come fossero uno dei plastici di Vespa, sperando di sbrogliare la mia faccia a forma di punto interrogativo, senza che io gli chiedessi niente, mi dice:
“No, stavano a dì che quello che je piasce a lei (indicando la tazzina di destra), stamattina, mentre ciattaveno su uasssappp (leggi: chattavano su WhatsApp) je ha scritto BONA GIORNATA, NUN TE STANCA’ e je ha fatto un cuore. Allora lei (indicando sempre la tazzina di destra) stava a dì all’amica sua che è un chiaro segnale che a LUI je piasce lei. Perché non è che li cuori li fai a tutte. Che poi, a Celestì, ma che è sto uasssappp?”.
Ok, state calmi, sono al primo caffè e ho già le idee confuse.
Andiamo con ordine.
WhatsApp , per fartela facile, e’ una sorta di chat sul telefonino che puoi utilizzare solo con i tuoi contatti, quelli di cui hai il numero di telefono, e’ come mandarsi i messaggi, solo che e’ gratis.
“Ah vabbè, ma allora è fascile fa li cuori, manco paghi!”
Disse il barista, come se avesse avuto in pugno la soluzione del caso.
“No scusa, in che senso? Cioè spiegami che vuoi dire…”
“A Celestì, parlamose chiaro, ma quanti cuori, fiori, frizzi e lazzi faccio io sui cappuccini la mattina? Ma mica se penseranno tutte che c’ho quarcosa da dì? Cioe’, il cappuccino per quanto bono lo faccia io, non è molto diverso da quello del bar di fronte, usamo pure la stessa marca de latte, pero’ pe’ fidelizza’ er cliente, pe’ fallo sentì importante, uno se inventa ste cose. Ai maschi je scrivo “forza Roma o Forza Lazio” dipende dai commenti che fanno il lunedì…e alle femmine, pe anna’ sur sicuro, je faccio o un cuore o un fiore. Nzomma Celestì, pe ditte che noi maschi annamo in automatico, nun è che se famo un cuore vor dì che ve volemo sposà…magari manco so come se chiamano queste! Siete voi femmine, che quando fate un cuore ce mettete dentro tutta a trilogia der signore degli Anelli, compreso quello de fidanzamento.
Cioe’, se a me una me manda un messaggio cor cuore, io penso: CARUCCIA!
Quella che m’ha mandato il messaggio, magari, me stava a dì CON UN CUORE: ti amo, sposamose, voglio cinque figli da te.
Io magari, IGNARO, je rispondo con un sorrisetto 🙂 e quella se pensa che SI, LO VOGLIO.
Così, parte un film, A MIA INSAPUTA, e nei titoli de coda me ritrovo come Guest Star nella parte dello stronzo.
Ma alla fine, io, che ho fatto de male? Ho risposto con un sorrisetto a un cuore.
Nun so’ se me so’ spiegato!”.
Ho paura de si, te sei spiegato.
“A Celestì, stamattina il caffè lo offro io… te però nun dì in giro che i cuori li faccio a tutte…che co sta crisi, sai com’è…e ricorda sempre: FORZA ROMA!”
“Bruno, io non seguo il calcio…e a me sul cappuccino nun me c’hai mai disegnato niente, comunque tranquillo, parola di lupetto!”
“Allora lo vedi che sei daaa Roma!”
“Vabbè, CIAOOOOOO COOOORE!”.
“A Celestì, hai detto CORE, mica me vorrai sottintende quarcosa!?”
“Stai sereno, era in amicizia!”
Ho rischiato di non uscirne piu’.
Il cubo di Rubik delle emoticon. Piu’ giri i lati più si incasina la situazione.
Più combini “le faccine” piu’ sai che non troverai MAI la soluzione.
Forse ci vorrebbe un traduttore di Emoticon “uomo-donna donna-uomo”, tipo Olga Fernando:
ESEMPIO:
<3 CUORE Trad: “Stai calma, non ti ha detto che ti ama, ha preso la prima emoticon tra quelle utilizzate di recente!”.
😉 OCCHIOLINO Trad: “Non ha capito un cazzo di quello che hai detto ma ti asseconda per non farsi attaccare il pippone”
🙂 SORRISO Trad: “E’l’alternativa veloce al SI, quando sta scrivendo contemporaneamente ad altre sei persone. No, stai calma, non sono donne, sta studiando la strategia del fantacalcio con gli amici.
🙁 FACCINA TRISTE Trad: strategia per farsi dire di si. ALARM. Diffida, non farti intenerire.
FIORI Trad: vale la regola di sempre “ha qualcosa da farsi perdonare!”.
Con un traduttore così ci risparmieremmo un sacco di sceneggiature su “come farsi un film in 6 minuti e tre emoticon”.
Io penso che a volte, forse, basterebbe anche solo parlarsi, ma parlarsi sul serio, guardarsi negli occhi, insomma farsele dal vivo ste faccine idiote, per capire che, ahimè, spesso un cuore e’ solo un punto “creativo” tra una conversazione e l’altra, per lasciar cadere i discorsi senza troppi sensi di colpa.
Tu, pero’ se hai un dubbio, non rispondergli con l’occhiolino…ma SCRIVI, PARLA, GUARDA, VIVI, mettilo davanti al fatto compiuto, fagli una domanda che non presupponga la via d’uscita dell’argomentazione, una domanda le cui uniche risposte possibili sono: SI, NO, A CHATTARE CON TE E’ MIO CUGINO DALL’AUSTRALIA CHE NON CAPISCE L’ITALIANO.
Insomma…non raccontarti bugie perché hai paura di scoprire la verità.
E adesso scusate, ma ho bisogno di un altro caffè!
Cele.
FANTASTICO!