Dopo il primo assaggio di Peru’ che vi ho già raccontato, siamo passati in terra cilena con un paio di autobus a lunga percorrenza attraverso paesaggi desertici e talvolta lunari.
Siamo arrivati ad Arica, cittadina sull’Oceano Pacifico, teatro di una sanguinosa battaglia tra Cile, Bolivia e Peru’ durante la Guerra del Pacifico dei primi anni 80 del secolo scorso e di cui resta il monumento celebrativo sulla collina El Morro che domina la citta’ e dona a chi la visita una vista stupenda sull’oceano.
In bicicletta abbiamo fatto un giro alla scoperta dei dintorni di Arica e dei geoglifi (i famosi disegni sul terreno!) prima di concederci un paio d’ore sulla spiaggia per il doveroso bagno del piedino nell’oceano pacifico, ovviamente in compagnia di una bella cerveza e di due crackers per farle da base.
Gli autobus notturni in sud America rappresentano un diffusissimo mezzo di trasporto per coprire distanze davvero lunghe e tutto sommato si tratta di veicoli comodi dove potersi interamente sdraiare (ecco, se non superi il metro e settanta…non proprio il mio caso…), dove si puo’ pasteggiare al costo del biglietto in modo decente e ammortizzare i tempi di trasferimento da una citta’ all’altra.
In questo modo, via Calama, abbiamo raggiunto San Pedro de Atacama, al confine nord del deserto de Atacama, una cittadina meravigliosa e surreale, fuori dal tempo dove le strade sono ancora in terra e le casette basse e fatte di adobe anche se pullula di agenzie che organizzano tour della zona e ristorantini altamente turistici. Eppure vagare tra queste stradine e sostare nella piazzetta dove la Iglesia de San Pedro su un lato e su quello opposto il vulcano Licancabur sullo sfondo le conferiscono un fascino pazzesco, mette allegria, per non parlare della gioia che esplode quando a fine giornata ci troviamo pieni di polvere e terra ovunque!
Da San Pedro abbiamo fatto due escursioni: una suggestiva ai geyser del Tatio con levataccia alle 4 ma con l’esperienza dell’attivita’ geotermica caratteristica della zona con affascinanti nuvole di vapore catturate dal sole che sorge e piano piano si alza e un’escursione assolutamente deludente alla Valle della Luna nel deserto de Atacama. Si tratta di un’escursione deludente perche’ telecomandata verso zone delimitate da funi e cartelli….funi, confini, cartelli….nel deserto?????? Nooooooo, inaccettabile.
E’ ora di assaporare cio’ che ha fatto da motore all’organizzazione di questo viaggio, cio’ che pregustavamo come la parte piu’ incontaminata… le lagune e il salar de Uyuni in Bolivia.
Abbiamo attraversato il confine su due 4X4 per un tour di 3 giorni con conclusione ad Uyuni. Sono stati senza dubbio i 3 giorni piu’ belli del viaggio per la bellezza davvero mozzafiato delle lagune e dei loro fenicotteri: la Laguna Bianca,
la Laguna Verde smeraldo “protetta” dal vulcano Licancabur sul versante opposto rispetto a quello da cui lo vedevamo da San Pedro de Atacama,
e in particolare la laguna Colorada dalle acque rosso intenso (dovuto a sedimenti e pigmenti di alghe), per la bellezza dei geyser, del deserto cosiddetto di Dali’ e del salar de Uyuni, una distesa gigantesca di sale in cui fa capolino la Isla del Pescado su cui crescono solo cactus.
Uno scenario pazzesco che le foto qua pubblicate possono solo in parte mostrare. Come dimenticare la notte passata nell’unico alloggio per viaggiatori disponibile nei pressi della laguna Colorada! Un posto in cui i letti sono ricavati direttamente sui mattoni e dove le temperature notturne all’interno, ovviamente in assenza totale di riscaldamenti e di acqua calda, raggiungono i -5 gradi. Ricordo di aver preso sonno a stento, letteralmente imballata tra strati multipli di vestiti e nel sacco a pelo…..cosi’ per la seconda notte del tour passata in un hotel completamente fatto di sale, ho pensato bene di prendere un sonniferuccio leggero…dormire in questi viaggi e’ essenziale! Che giorni favolosi!
Da Uyuni con l’ennesimo bus notturno siamo arrivati a La Paz, la capitale piu’ alta del mondo, una citta’ davvero assurda; sei nel centro e con un colpo d’occhio attorno a te vedi centinaia, forse migliaia di costruzioni arroccate sulla parte nord che come un alveare degradano verso il centro, a 500 mt circa piu’ in basso dove sorgono i quartieri piu’ ricchi. Con nostra enorme fortuna siamo capitati a La Paz nel bel mezzo dei festeggiamenti per l’anniversario dell’indipendenza della Bolivia dalla dominazione spagnola, una citta’ in festa quindi con parate, majorette, chioschi ovunque e gente riversa per le strade a sorbirsi probabilmente i discorsi delle autorita’ ma anche a godersi gli eventi ed il sole stupendo. E’ cosi’ che abbiamo provato una serie di tipici “cibi da strada”: saltenas (simili a piccoli calzoni di pasta ripieni di carne, verdura, patate e curry), il panino col maialino (praticamente porchetta) e una serie infinita tra ananas, stuzzichini vari e dolci cioccolatosi.
Il passaggio del confine col Peru’ in direzione Puno ci ha riservato emozioni contrastanti che però vi racconterò nella prossima (ed ultima) parte del mio diario di viaggio 🙂 .
Sonia Terella
Grande Sonia!!!!!un viaggio fantastico…indimenticabile!!!