Il passaggio del confine col Peru’ in direzione Puno ci ha riservato emozioni contrastanti.
Con l’ennesimo bus, in serata siamo arrivati a Puno, importante citta’ sulla riva peruviana del lago Titicaca e punto nevralgico per la visita delle isole del lago e per la prosecuzione del viaggio verso Cuzco, antica e splendida capitale dell’impero Inca.
Siamo arrivati in albergo tardi e stanchissimi ed e’ stato il paradiso; ho ceduto volentieri alla cavalleria che mi ha fatto assegnare una stanza singola dopo giorni di condivisione di triple e sono restata tanto, tantissimo tempo sotto una doccia favolosamente bollente. E questo non e’ il comportamento piu’ corretto del turista responsabile; normalmente e’ buona abitudine risparmiare quanta piu’ acqua possibile nei Paesi meno sviluppati, d’altra parte e’ buona regola anche nel nostro…
Un tour tra le isole Uros, Amantani‘ e Taquile ci ha portato a vivere due giorni tra le comunita’ peruviane che hanno scelto una vita lontana dalla terraferma e quello che ci ha colpito di piu’e’ la semplice organizzazione comunitaria delle famiglie che le abitano.
Ognuna ha le proprie attivita’ ma tutte sono complementari, disponibili, indispensabili l’una all’altra sulle Uros, isole galleggianti fatte con canne di totora e ormai divenute un mero ma affascinante spettacolo per i gruppi di turisti che arrivano ad ogni ora.
Lo stesso accade ad Amantani’, semplice, soleggiata, meravigliosamente digradante verso il lago ed un porticciolo di pochi pescatori, imponentemente dominata dalle sommita’ della Pachamama (madre terra) e della Pachatata (padre cielo).
Indimenticabile e’ stata la passeggiata fino al tempio della Pachamama mentre il sole piano piano calava sulle acque del lago, sulla natura rigogliosa dell’isola. E abbiamo fatto 3 giri del perimetro del tempio poiche’ secondo quanto si tramanda, se li si conclude ponendo 3 foglie di coca sull’altare centrale, si avvera il sogno che vi si esprime davanti. Ora, noi proprio in quel momento non avevamo foglie di coca ed e’ vero pure che un cancelletto chiuso ci impediva di giungere a quel che restava dell’altare ma son cosi’ belli certi sogni e cosi’ misteriosamente affascinanti certe leggende che tentare non puo’ di certo nuocere! La formula di questa escursione ad Amantani’ prevedeva di essere “adottati” per un giorno ed una notte da una famiglia locale per avere la possibilita’ di viverne le abitudini e abbiamo cosi’ avuto modo di provare dei cibi cucinati in famiglia:un’ottima zuppa di quinoa e il formaggio prodotto localmente, cotto sulla piastra.
Dopo un giro a Puno che ha un paio di piazzette davvero carine e stradine con dozzine di locali che ammiccano ad una vita notturna intensa, l’ennesima avventura: il bus Puno – Cuzco che definirei il “bus piu’ pazzo del mondo”. Il viaggio sarebbe durato circa 8 ore e gia’ pregustavamo la dormitina lungo il tragitto o l’immersione da curiosi nel paesaggio esternoe invece no! Tutta la nostra attenzione e’ stata catalizzata da personaggi che di volta in volta salivano sul bus con le proposte piu’ assurde e disparate. Ecco la signora che intona canti quechua e detto tra noi, una va bene, due pure, ma alla quarta canzone quechua, esattamente identica alle precedenti, cominci seriamente a pensare che quella estate hai sbagliato meta. Mah. Ecco il ragazzo che con tanto di foto dettagliate comincia a parlare della situazione peruviana rispetto alla ricerca sul cancro; mezzora di dati e descrizioni per arrivare infine a vendere bustine di te verde. Mah. Ecco il personaggio meno inquietante: una ragazzotta tutta salute e forza maschia che monta sul bus con un voluminoso cartone da cui caccia maialino alla brace e un coltellaccio e comincia a venderlo riempiendo sacchetti di plastica con pezzi di questo spuntino sicuramente strepitoso ma…anche no! Comunque Mah. Ecco un altro ragazzo che analizza tutti i punti negativi delle politiche educazionali in Peru’ e a questo punto davvero ci siamo chiesti “Cosa potra’ mai vendere? Magari stavolta si tratta di una sorta di spot, una campagna a favore di qualche gruppo politicamente attivo…” Sbagliato. Che fai, non la vendi la serie completa dei DVD per imparare l’inglese? Come fai a considerarti cittadino di un Paese culturalmente in crescita se non parli l’inglese??? Mah. E vi garantisco che di “Mah” ce ne sono stati diversi altri. Il tutto su un bus gia’ di per se’ pittoresco. Con questa esperienza favolosa siamo arrivati a Cuzco.
In uno stile coloniale elegante, Cuzco e’ una citta’ splendida con la sua ampia Plaza de Armas dominata dalla Cattedrale e dalla Chiesa della Compagnia di Gesu’, il quartiere San Blas pieno di locali, l’affollato e coloratissimo mercato di San Pedro ma Cuzco e’ piena di piazze, stradine, chiese interessanti dal punto di vista architettonico, storico e sociale. Cuzco e’ anche punto di partenza per svariatissime visite all’interno della regione di cui e’ capoluogo dove gli Incas hanno dato vita a centri importanti e notevoli per le scelte strategiche e difensive nei confronti dei conquistadores spagnoli, ingegneristiche e strutturali, tutto in piena armonia con un paesaggio di cui ne hanno sapientemente sfruttato le peculiarita’.
Stupende le rovine ad esempio di Pisac e Ollantaytambo nella Valle Sagrada, i terrazzamenti di Moray, superlative le saline di Maras.
Da Ollanta (cosi’ viene affettuosamente chiamata Ollantaytambo dai locali), con l’adrenalina viva in corpo per quanto gia’ vissuto e soprattutto per quanto stavamo per vivere, abbiamo preso un comodissimo (e costosissimo!) treno per Aqua Calientes, paesino ai piedi di Sua Maesta’ Machu Picchu.
Abbiamo raggiunto Machu Picchu risalendo a piedi un sentiero quasi completamente al buio poiche’ partiti alle 4.30 con pochi altri ragazzi desiderosi di conquistarla, meritarsela la vetta di questa spettacolare antica citta’ Inca, invece che arrivarci comodamente con l’autobus. E di sicuro lo strepitoso panorama che ci si e’ aperto davanti dopo aver varcato i cancelli, e’ valsa bene quella fatica.
Ho avuto davvero degli attimi di profondissima commozione, ho smesso di fotografare, di leggere informazioni sulla guida e sono rimasta dieci minuti li’, ferma, zitta, solo io e “Machu”, finalmente, dopo tanta celebrazione a distanza, tante foto, racconti di altri viaggiatori, ora solo io e lui li’ insieme, fisicamente, palpabilmente l’uno di fronte all’altra. Ho sentito chiaro un brivido intenso e bellissimo.
Ci siamo cosi’ persi tra le rovine di questo centro costruito ancora non si sa bene per quale funzione e ritrovato nel 1911. Imperdibile la salita di Huayna Picchu, la vetta famosissima che domina il sito, decisamente impegnativa poiche’ molto ripida e non in tutti punti dotata di sistemi di protezione e sicurezza (indicativo che facciano lasciare i propri dati prima di salire e riprendano le firme al ritorno dal giro, come a dire “assicuriamoci che siano tornati…vivi”!). Inutile descrivere cosa si provi una volta raggiunto il punto piu’ alto e a quale spettacolo sulla foresta amazzonica si assista.
Con un lungo trasferimento in bus abbiamo lasciato Cuzco per arrivare ad Ica, citta’ oltre la cordigliera, poco distante dalla costa.
Da Ica con un taxi abbiamo raggiunto Paracascosi’ da imbarcarci in direzione isole Ballestas chiamate “le piccole Galapagos” per l’enorme comunita’ di diverse specie di animali marini e volatili che le abitano e nel percorso verso le isole abbiamo avuto modo di vedere il “Candelabro”, una enorme immagine tracciata sulle pendici di un monte la cui origine e’ assolutamente misteriosa.
Sara’ che non sono una grande appassionata di animali marini ma non mi sento di caldeggiare questa escursione come qualcosa di assolutamente non trascurabile durante un viaggio in Peru’.
Abbiamo dedicato il pomeriggio di quello stesso giorno ad attivita’ decisamente piu’ ludiche partendo dall’oasi di Huacachina per un giro ad alta velocita’tra le dune facendo dune-buggy e poi sandboarding. Divertentissimo! Una vita spericolata quella di 3 viaggiatori come noi!
A questo punto la mia strada si e’ divisa da quella di Alessandro e Fabio. Giunti ormai alla fine del viaggio, loro avevano l’aereo di ritorno in Italia da Lima, a nord di Ica, io da Arequipa, molto piu’ a sud.
A diversi mesi di distanza, ripenso al viaggio, alle settimane in sud America come un periodo strepitoso che davvero abbiamo vissuto intensamente ed emozionalmente a 360 gradi. Posti incantevoli, esperienze magiche, colori, odori, gente, anche fatica e qualche disagio ma tutto, tutto ha reso questo viaggio assolutamente e meravigliosamente indimenticabile. Ed ora infatti che comincio ad immaginare con fremente impazienza la meta della prossima estate, come un disco rotto continua ad arrivare ogni paio di settimane sempre uguale, il commento di Fabio a renderlo immortale: “Ahhhh So, che viaggio che se semo fatti!!!!”
Sonia Terella
Avventura bellissima! Raccontata con la passione di chi ama viaggiare veramente. Brava Sonia!
Bel racconto, dalle righe del tuo racconto emerge la passione per il viaggio e la scoperta..
Che spettacolo *-*